Track 4: Smart Services: pubblica amministrazione, sanità, didattica innovativa e fabbisogni formativi per studenti e professionisti nel mondo digitale
Referente: RICCARDO MUSSARI
La dinamicità dei contesti sociali ed economici è un fenomeno con il quale gli studiosi di discipline aziendali, inclusi quelli che privilegiano le indagini sulle amministrazioni pubbliche (AP), si sono sempre dovuti confrontare nell’elaborare le proprie teorie. Per chi studia l’economia delle AP si tratta di una “condizione” che presenta una duplice e fondamentale valenza. Quel sistema di aziende, infatti, è chiamato, per un verso, a fronteggiare il cambiamento e possibilmente ad anticiparlo attraverso un’adeguata risposta innovativa in termini di volumi di prestazioni rese in modo sempre più efficiente e, per l’altro verso, a contribuire significativamente a incidere sul cambiamento (determinandolo, orientandolo, favorendolo, rallentandolo, accelerandolo, etc.). Infatti, l’esercizio delle funzioni pubbliche – anzitutto quelle di regolazione e sanzionatoria – contribuisce in modo decisivo a definire i caratteri strutturali e valoriali del contesto sociale ed economico in cui tutte le aziende (incluse le stesse AP) vivono ed operano, ovvero l’humus nel quale l’innovazione prende forma e trova concerta manifestazione. Quanto appena richiamato pone oggi le AP di fronte ad un impegno ancora più arduo rispetto ai decenni scorsi in quanto una delle variabili più significative fra quelle che generano ed accelerano i processi di cambiamento economici e sociali in atto è l’innovazione tecnologica. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione tecnologica (ICT) e Internet hanno cambiato per sempre le nostre abitudini personali e professionali e continuano a farlo incessantemente in una direzione il cui orizzonte è ben lungi da potersi intravedere. Qualunque sia lo “spazio territoriale” da governare e regolare – locale, nazionale, sovranazionale o internazionale – o la funzione pubblica alla quale ricondurre le classi di bisogni da soddisfare (salute, istruzione, mobilità, sicurezza, ambiente, giustizia, assistenza, previdenza, etc.), i governi e le AP non possono più fare affidamento su processi esistenti e pratiche consolidate per esercitare le proprie funzioni e apprestare i servizi loro affidati dalla comunità di riferimento. La sfida di fronte alla quale le AP sono poste non si limita quindi alla necessità di fare ricorso alla tecnologia informatica per soddisfare in modo più efficiente bisogni sempre diversificati e crescenti in situazione di limitata disponibilità di risorse finanziarie quando non di vera e propria crisi fiscale. Il traguardo da conseguire è molto più ambizioso e difficile. Non innovare tecnologicamente può comportare per le AP il rischio concreto di perdere definitivamente contatto e quindi legittimità e credibilità con i cittadini, soprattutto con le generazioni più giovani (millenials), che sono i principali fruitori utilizzatori delle tecnologie informatiche e già mostrano scarso interesse per la “cosa pubblica”, della quale non comprendono logiche e funzionamento. La società contemporanea è così intrisa e influenzata dalle ICT che per le AP non basta più un’innovazione tecnologica di tipo reattivo, opportunistico o fortuito. Molto spesso la letteratura ha riferito di tentativi – anche di successo – d’innovazione tecnologica “frammentaria”, grazie ai quali sono state realizzate iniziative specifiche che hanno prodotto buone performance e “sacche di capacità” nei contesti organizzativi pubblici, che purtroppo, però, sono rimaste isolate sia a livello intra-organizzativo sia inter-organizzativo. I “casi di successo”, le “best practices”, i premi all’innovazione sono ormai insufficienti per fornire una risposta efficace e durevole alla domanda di innovazione che viene dagli stakeholder e transita inesorabilmente dal cambiamento tecnologico. Per favorire il cambiamento tecnologico del sistema delle AP occorre svilupparne le capacità in modo sistemico, sistematico e capillare rendendole, anzitutto, sistemi realmente aperti, capaci di apprendere, permeabili alle spinte innovative e capaci di favorirne l’equilibrato sviluppo. L’orizzonte strategico di molti governi, soprattutto locali, è ormai quello di valersi dell’ICT per approdare a una governance collaborativa, in cui tutti gli stakeholder a partire dai cittadini, siano considerati come peers e prosumers, piuttosto che semplici utenti. Open Innovation, Crowdsourcing, Co-creation, Co-production, Smart Services e Smart Cities sono tutte espressioni entrate ormai nel gergo del dibattito, anche teorico, sul tema delle ICT nelle AP. Sono termini, a volte utilizzati in modo approssimativo, che enfatizzano l’utilità delle nuove tecnologie per un sempre più ampio coinvolgimento delle comunità e degli stakeholder in tutte le fasi del processo manageriale pubblico: dalla scelta degli obiettivi e l’allocazione delle risorse finanziarie, alla progettazione e produzione dei servizi, alla misurazione e rendicontazione dei risultati.
Come delineato dall’UE nel suo piano d’azione per l’eGovernment per il 2016-2020, la trasformazione digitale dei governi è un elemento chiave della costruzione del mercato unico digitale. Lo sviluppo di un settore pubblico abilitato alle ICT è stato riconosciuto come una sfida per la società da parte di Horizon 2020, il programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione.
Data la complessità dello scenario sommariamente richiamato e considerata l’importanza della “posta in gioco” per le AP, è certamente molto importante che, anche nella prospettiva economico-aziendale, si promuovano ricerche che indaghino con adeguato rigore metodologico sulle condizioni abilitanti l’innovazione tecnologica nelle AP, sugli incentivi che possono favorire l’adozione del cambiamento tecnologico, sugli ostacoli organizzativi e culturali che ne impediscono l’istituzionalizzazione, sui rischi che possono discendere dall’adozione di scelte superficiali e/o fideistiche o dalla pedissequa e acritica imitazione dell’esperienza maturata nel settore profit. Gli studi aziendali possono certamente contribuire a costruire una teoria dell’innovazione tecnologica nelle AP per spiegare in modo puntuale, attraverso indagini sia qualitative sia quantitative, quali condizioni sono da soddisfare per accrescere la probabilità che l’innovazione tecnologica diventi sistemica. Non può d’altro canto trascurarsi, nelle nostre ricerche, che il cambiamento tecnologico incide in modo profondo sul rapporto fra Stato e cittadini e ciò con riferimento non tanto e non solo alle modalità di interrelazione, ma soprattutto con riguardo ai contenuti di tale relazione e, probabilmente, al loro “sottostante” etico-valoriale. Il progresso tecnologico, soprattutto nel contesto manageriale pubblico, per quanto non arrestabile pone significativi interrogativi sul piano valoriale che la ricerca aziendale non può certamente esimersi dal prendere in considerazione. Inclusione, pari opportunità, legalità, trasparenza, partecipazione, fiducia, riservatezza e, non ultima per importanza, democrazia hanno nel contesto pubblico pari dignità rispetto a efficienza, efficacia ed economicità.
Contestualmente, i social media e le piattaforme influenzano anche l’attività di docenti e formatori e/o dei soggetti fruitori della formazione/istruzione, rinnovando la didattica tradizionale e le pratiche di apprendimento a livello globale. Social network come Myspace, Facebook, Twitter, ecc., grazie alle loro caratteristiche interattive e multidimensionali, possono contribuire all’apprendimento grazie a modalità quali m-learning o e-learning, consentendo una maggior interattività e cooperazione tra gli studenti e tra docenti e studenti.
Questa track mira a stimolare un confronto fra gli aziendalisti specificatamente interessati agli effetti che l’innovazione tecnologica produce sul concreto funzionamento e operare delle AP.
Attraverso questa call s’intende sollecitare la comunità scientifica degli aziendalisti a proporre sia studi di carattere teorico-metodologico, finalizzati a meglio comprendere condizioni abilitanti, effetti, limiti e rischi dell’innovazione tecnologia nei contesti aziendali pubblici, sia studi di caso basati su esperienze nazionali e internazionali di concreta applicazione di innovazione tecnologica in qualunque fase del processo manageriale pubblico, purché analizzati con rigore di metodo e inquadrati in specifici framework teorici.
Nonostante siano da considerare favorevolmente studi riferibili a qualunque livello di governo e qualsiasi specie di AP o tipologia di servizio pubblico, la call intende sollecitare in modo particolare contributi focalizzati sui seguenti macro-temi:
- Innovazione tecnologica e management delle aziende sanitarie pubbliche
- Smart cities
- Co-design, Co-production dei servizi pubblici e tecnologie disruptive
- E-learning, internazionalizzazione dei curricula, students engagement e formazione
- Misurazione e valutazione degli effetti conseguenti all’innovazione tecnologica
- Implicazioni etiche dell’innovazione tecnologica nelle amministrazioni pubbliche.
Pubblicazione dei contributi
I migliori contributi presentati al Convegno potranno essere sottoposti in fast trackalle seguenti riviste, rispettando l’ordinario processo di referaggio previsto:
- Azienda Pubblica (Editor in Chief: Riccardo Mussari)
- Journal of public budgeting, accounting and financial management (Editor in Chief: Giuseppe Grossi)
- Mecosan (Editor in Chief: Elio Borgonovi)